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mercoledì 26 luglio 2023

Elogio della corte costituzionale e dei suoi malcerti trucchetti linguistici

di Fabio Massimo Nicosia 

Nei mesi scorsi e nelle settimane scorse fui durissimo con la corte costituzionale (che non a caso ho preso a scrivere in minuscolo), giacché essa gettò in latrina la sua funzione sacra di garante (ormai resta solo la cassazione civile, il penale lo seguo poco, con dignità di giurisprudenza, quindi temo qualche colpo di mano al riguardo, temo una normalizzazione come già avvenuta coi gradi bassi della giurisdizione), avendo essa trasformato con le sentenze sugli obblighi vaccinali i diritti fondamentali in interessi sacrificabili discrezionalmente.

Intendo dire che tali sentenze non hanno innovato solo in materia di obblighi vaccinali, ma hanno una portata più ampia in relazione a tutta la materia dei diritti fondamentali.

Certo, la sinistra ormai crede che "i diritti" siano solo quelli LGBTQIA+, i diritti fondamentali dei cittadini senza problemi di gender non interessano loro, e del resto i diritti fondamentali riguardano anche gli omo-trans, ma le loro associazioni sono di livello talmente penoso, che i loro esponenti non sanno guardare oltre il loro naso.

Sono come un sindacato portuale che si occupi solo di porti, vabbé, una volta si sarebbe detto "corporativismo", con Ugo Spirito che si rivolta nella tomba.

Comunque chi ha concretamente scritto le sentenze della corte, immagino qualche bravo avvocato dello Stato, che ce ne sono di davvero bravi e preparati, ha mostrato grande abilità nei giochetti linguistici e nei giochi delle tre carte, per uscire con dignità apparente dall'indegno compito.

Vi dirò qui di due giochetti linguistici, che hanno in comune un fondamentale concetto, che da tempo individuai: LA CONFUSIONE TRA LIBERO ARBITRIO E LIBERTA' EMPIRICA.

Il diritto, la politica, si occupano di libertà empirica, non di libero arbitrio, che attiene alla metafisica e alla teologia: invece la corte invoca il libero arbitrio a salvaguardia di norme che ledono la libertà empirica, che è quella tutelata dalle costituzioni e dalle carte internazionali sui diritti.

Le costituzioni non si occupano di tutelare il libero arbitrio, che attiene all'essenza umana e non è violabile, in linea di massima, ma la libertà materia ed effettiva di compiere determinati atti.

E così la corte ci dice:

a) Che la sospensione dal lavoro per chi non si vaccina non lede il diritto fondamentale, riconosciuto come tale, all'autodeterminazione (quindi di fatto la corte riconosce un hobbeseano diritto a non vaccinarsi), perché non è una sanzione, ma una conseguenza di altro tipo a tutela della salute pubblica. Ma tale conseguenza di altro tipo lede la libertà empirica di non vaccinarsi, dato che peggiora la mia situazione economica ed esistenziale anche se tu non la chiami "sanzione", ma opera sanzionando.

Quindi la corte dice: tu sei libero di non vaccinarti, però opera comunque la conseguenza negativa, anche se non è sanzione.

b) Sul consenso informato la corte dice: non è vero che non ha senso un consenso informato a fronte di un obbligo vaccinale, dato che tu sei liberissimo di non vaccinarti, solo che vai incontro alle conseguenze negative, quindi hai il libero arbitrio di fare fronte alle conseguenze negative, tanto non sono sanzioni, però ledono la tua libertà empirica, dato che peggiorano la tua situazione esistenziale.

Non so se sono stato chiaro.

Sarebbe come se la corte dicesse: tu sei libero di uccidere, solo che vai incontro a una sanzione.

Ma quella libertà di uccidere riguarda il libero arbitrio, ma dal punto di vista giuridico e politico tu NON sei libero di uccidere.

Quindi corte confusionaria che utilizza concetti disomogenei: detto altrimenti, gioco delle tre carte.


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