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mercoledì 25 gennaio 2023

Per una critica di tipo diverso al "debito pubblico"

di Fabio Massimo Nicosia 


Quasi tutti quelli che dicono di battersi contro il debito pubblico lo fanno in modo totalmente mainstream, ossia accettando il paradigma di base, non uscendo dalla cornice data, ossia trattando del debito pubblico come se fosse quasi un dato di natura, mentre si tratta di una questione di diritto positivo, o una questione che discende da scelte di diritto positivo, che poi sono scelte politiche.

Ritengo quindi questo approccio totalmente non scientifico, dato che un approccio scientifico si interrogherebbe anzitutto sulla cornice e sul paradigma, non dico negandoli, ma almeno mettendoli in discussione, e invece il paradigma è assunto come dato e si ragiona sempre al suo interno.
Purtroppo, questo non capita solo agli pseudo-economisti a cui ad esempio fa riferimento +Europa (Fornero, Cottarelli, De Romanis), ma anche ai miei amici libertarian, che considerano primaria la lotta al debito pubblico credendo di fare dell'antistatalismo, mentre, senza accorgersene, salvaguardando il paradigma (dato che anche loro ragionano di debito pubblico senza mettere in discussione il concetto, cosa che parrebbe loro da MMT), fanno un discorso statalista sotto vari profili: compreso il fatto che poi, all'atto pratico, come notò già Antonio Martino, la "lotta al debito pubblico" finisce solo con il comportare più tasse, in quanto, com'è noto, strumento di garanzia per i creditori dello Stato: il creditore dello Stato è ben contento se vengono aumentate le tasse, dato che le tasse sono esattamente ciò su cui egli fa affidamento per vedere ripagato il proprio credito.

Io invece da anni adotto una diversa prospettiva: ossia mi sono convinto che indebitarsi, per uno Stato privo di sovranità monetaria, è semplicemente il suo modo per emettere moneta: modo indiretto, dato che deve acquistare la moneta sul mercato, e non diretto, dato che non può emetterla direttamente, ma si tratta nella sostanza di questo: l'indebitamento è lo strumento di mediazione tra lo Stato e l'emissione monetaria di cui ha bisogno.

In questa chiave, ossia, se si fa propria questa chiave, emerge subito che privare uno Stato di sovranità monetaria per costringerlo all'indebitamento è una perfetta idiozia: sia per il fatto che ciò implica all'atto pratico incremento di tassazione (in realtà, teoricamente, uno Stato dotato di sovranità monetaria non avrebbe bisogno di tassare, se non in funzione della redistribuzione del reddito, ma non perché ne abbia effettivo bisogno), sia perché, se uno Stato ha bisogno di 100, indebitandosi deve pagare gli interessi al sistema prevalentemente bancario, e quindi per disporre di 100 non potrà emettere 100, ma dovrà comprare 100 al prezzo di 100+x di interessi: e infatti ormai abbiamo accumulato tanti di quegli interessi da pagare, a riprova dell'idiozia del sistema, che siamo stati molti anni in avanzo primario, ossia abbiamo pagato più tasse rispetto a quanto abbiamo ricevuto di teorici servizi, dato che paghiamo molte tasse, non per avere qualcosa in cambio, ma per pagare interessi al sistema (soprattutto bancario).

Ora, so bene che vien detto che lo Stato viene privato della sovranità monetaria per porre il famoso "vincolo esterno" alla classe politica, la quale, come insegnano liberali, liberisti, neo-liberali e neo-liberisti, sarebbe per definizione scialacquona.

Senonché costoro non si chiedono se il rimedio non finisca con l'essere peggiore del male, o quanto meno se non si tratti di rimedio SPROPORZIONATO.

Accade infatti questo:

a) Se si ritiene che la classe politica spenda troppo rispetto a quanto dovrebbe, nessuno pensa a elaborare criteri liberali e da stato di diritto su come si potrebbe limitare la spesa, ancorandola a determinati parametri;

b) Eppure né Bonino, né Cottarelli, ne le altre nominate propongono di sottrarre la sovranità poliziesca allo Stato perché la polizia eccede, o la sovranità giudiziaria allo Stato perché la magistratura fa cagare, o la sovranità carceraria allo Stato perché le carceri sono lager e così via: chissà perché questo scrupolo, ossia di gettare il bambino con l'acqua sporca, vale solo per la sovranità monetaria;

c) Trasferire il potere, perché è un potere sovrano o autoritario in senso lato, di emettere moneta, alla banca centrale INDIPENDENTE come da lezione ordoliberale, o al sistema bancario, è antidemocratico, dato che il sistema democratico potrebbe controllare come la politica emette moneta, mentre gli è precluso farlo nei confronti della banca centrale e del sistema bancario; non si dica che così si è affidata la moneta al mercato, dato che la BCE non è nel mercato e il sistema bancario è oligopolistico e chiuso;

d) Si ottiene anche l'assurdo esito di trasferire la titolarità, la proprietà della moneta, dal sistema democratico (Auriti diceva; "il popolo") alla banca centrale. Ma se io istituisco un'autorità indipendente dalla politica sui monumenti, le attribuisco il potere tecnico di gestire i monumenti, NON LE ATTRIBUISCO LA PROPRIETA' DEI MONUMENTI. Se istituisco un'autorità indipendente in materia urbanistica, NON LE ATTRIBUISCO LA PROPRIETA' DI TUTTO IL SUOLO, ma solo la sua gestione.
Quindi tutto tale meccanismo ha solo la finalità di attribuire il monopolio SIA DELLA GESTIONE, SIA DELLA TITOLARITA' della moneta ai grandi banchieri, con l'avallo dei "liberali" rimasti a un po' troppi decenni fa.
Il che non significa che io stia sottovalutando la questione del debito pubblico, che anzi, proprio per le ragioni appena indicate, sarebbe a mio avviso in buona parte da RIPUDIARE in quanto odioso e detestabile: solo che noto che l'istituto stesso del debito pubblico -istituto da abolire, alla luce di quanto sopra- diviene strumento di RICATTO.
Avete notato che la UE, dopo avere AUTORIZZATO il debito (da me respinto) per quello che si chiamava Recovery Fund, poi ha mandato avanti la Lagarde e l'altro cazzone di Rutte a dire che ABBIAMO TROPPO DEBITO CHE VA CONTROLLATO? Ce l'hanno fatto fare loro in buona fetta negli ultimi due anni.
Intanto io rifiuto PNRR e Mes, quindi poi alla fine chi propone di salvaguardarci dal debito del ricatto sono io, e non +Europa (che ha smesso di parlare di debito pubblico il giorno dopo che la UE ha autorizzato il debito per il Recovery Fund).

lunedì 23 gennaio 2023

La dissoluzione della cultura radicale dal "Preambolo allo statuto" del 1980 a oggi

 di Fabio Massimo Nicosia

Defunto politicamente, anche se non statutariamente, il PR degli anni ’70, quello dei “diritti civili”, nasce tra il 1979 e il 1980 un altro PR dalla fisionomia molto meno precisa e tutta da costruire, fondata su diritto e giustizia, tendenzialmente nella direzione dei “diritti umani”, ossia qualcosa di alquanto diverso rispetto ai “diritti civili” della fase antecedente.