di Fabio Massimo Nicosia
La mia proposta definitoria epistemologica, riferita a quello che chiamo empirismo afairetico-costitutivo, è stata illustrata in un mio precedente lavoro, Il valore della cosa – Conoscenza, individuo, autorealizzazione, uscito nel 2021, sicché rimando ampiamente a quella lettura, e cercherò di non ripetere quanto vi è contenuto -ad esempio che, quando parlo di empirismo afairetico (costitutivo), intendo che l’elemento induttivo ascendente e quello deduttivo discendente debbano coesistere paritariamente, senza che si possa pensare che il primo possa fare a meno del secondo, dovendosi invece incrociarsi l’uno con l’altro, combinandosi inscindibili nell’uomo sensi e cultura-, ma semmai di aggiungere, ove possibile, nuovi e ulteriori elementi, a partire dalla questione della dialettica tra approccio materialistico e approccio idealistico, contrapposizione che è mio intento superare, in quanto non ritengo che ci si possa accostare in alcun modo ai dati di materia, ignorando al contempo tutto quanto di ideale, mentale, funzionale, spirituale, universale e sussuntoreo si possa ravvisare in un dato elemento supposto “materiale”.