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giovedì 26 gennaio 2017

La soluzione libertaria della controversia Rawls-Nozick.

Volendo introdurre una filosofia politica, la quale, come la nostra, afferma che si possa fare a meno del grande monopolista di tutto, della pre-risorsa forza, del diritto e della giustizia, scegliamo di prendere le mosse dal confronto, ormai classico, tra due autori di solito percepiti entrambi come “statalisti”, i due celebrati autori contemporanei John Rawls e Robert Nozick, che hanno rappresentato i due poli del dibattito nel corso degli ultimi quarant’anni. Il confronto ha assunto toni aspri tra gli opposti sostenitori, fino a giungere a livelli di tifo sportivo nella bassa forza, divisa tra una supposta destra e una supposta sinistra, in genere tra persone che non hanno letto i loro libri; tant’è che, a ben vedere, stando ai testi originari, si ha quasi l’impressione di un gioco delle parti, condotto tra due insigni esponenti di orientamenti massonici differenti -gli autori mettono nel sacco i committenti, non sarebbe la prima volta-, svolto all’insegna della gara tra chi vuole più Stato e chi ne vuole meno, per poi scoprire, a saper ben leggere non solo tra le righe, che in realtà non è ospite gradito da alcuno dei due, i quali lo fanno capire con un discreto grado di chiarezza.

martedì 10 gennaio 2017

Lineamenti di una filosofia politica libertaria

di Fabio Massimo Nicosia

Una filosofia politica non può non prendere le mosse da una filosofia morale, e per questo Rawls risulta utile, essendo lui molto più filosofo morale che non filosofo politico; e allora, se ci permettiamo di proporre una filosofia politica, lo facciamo su di un assunto morale, ossia che nessuno è legittimato a imporre nulla ad alcuno, a meno che non soddisfi l’onere della prova della propria legittimazione, e non convinca il destinatario dell’”imposizione” ad adempiervi; ma, allora, a questo punto cesserebbe di essere “imposizione”, per divenire mera proposta contrattuale, alla quale, ipotizzando una situazione originaria equilibrata tra gli individui –nella quale le differenziazioni di potere non si siano ancora evidenziate-, il destinatario sarebbe libero, non solo formalmente, ma nei fatti, di aderire o no.

venerdì 6 gennaio 2017

Utile universale, free-coinage, gratuità, reputazione

di Fabio Massimo Nicosia

L’utile universale, se vogliamo essere coerenti con la premessa libertaria, non può essere “obbligatorio”, come dire che chi non ne vuole usufruire deve essere posto in condizione di farlo: ad esempio, è possibile che a un aborigeno non interessi, perché si trova perfettamente a proprio agio con il proprio sistema di vita, e lo stesso varrebbe per un primitivista zerzaniano.