Volendo introdurre una filosofia
politica, la quale, come la nostra, afferma che si possa fare a meno del grande
monopolista di tutto, della pre-risorsa forza, del diritto e della giustizia,
scegliamo di prendere le mosse dal confronto, ormai classico, tra due autori di
solito percepiti entrambi come “statalisti”, i due celebrati autori
contemporanei John Rawls e Robert Nozick, che hanno rappresentato i due poli
del dibattito nel corso degli ultimi quarant’anni. Il confronto ha assunto toni
aspri tra gli opposti sostenitori, fino a giungere a livelli di tifo sportivo
nella bassa forza, divisa tra una supposta destra e una supposta sinistra, in
genere tra persone che non hanno letto i loro libri; tant’è che, a ben vedere,
stando ai testi originari, si ha quasi l’impressione di un gioco delle parti,
condotto tra due insigni esponenti di orientamenti massonici differenti -gli
autori mettono nel sacco i committenti, non sarebbe la prima volta-, svolto
all’insegna della gara tra chi vuole più Stato e chi ne vuole meno, per poi
scoprire, a saper ben leggere non solo tra le righe, che in realtà non è ospite
gradito da alcuno dei due, i quali lo fanno capire con un discreto grado di
chiarezza.
giovedì 26 gennaio 2017
martedì 10 gennaio 2017
Lineamenti di una filosofia politica libertaria
di Fabio Massimo Nicosia
Una filosofia politica non può
non prendere le mosse da una filosofia morale, e per questo Rawls risulta
utile, essendo lui molto più filosofo morale che non filosofo politico; e
allora, se ci permettiamo di proporre una filosofia politica, lo facciamo su di
un assunto morale, ossia che nessuno è
legittimato a imporre nulla ad alcuno, a meno che non soddisfi l’onere
della prova della propria legittimazione, e non convinca il destinatario dell’”imposizione”
ad adempiervi; ma, allora, a questo punto cesserebbe di essere “imposizione”,
per divenire mera proposta contrattuale, alla quale, ipotizzando una situazione
originaria equilibrata tra gli individui –nella quale le differenziazioni di
potere non si siano ancora evidenziate-, il destinatario sarebbe libero, non
solo formalmente, ma nei fatti, di aderire o no.
venerdì 6 gennaio 2017
Utile universale, free-coinage, gratuità, reputazione
di Fabio Massimo Nicosia
L’utile universale, se vogliamo essere
coerenti con la premessa libertaria, non può essere “obbligatorio”, come dire
che chi non ne vuole usufruire deve essere posto in condizione di farlo: ad
esempio, è possibile che a un aborigeno non interessi, perché si trova
perfettamente a proprio agio con il proprio sistema di vita, e lo stesso
varrebbe per un primitivista zerzaniano.
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