di Fabio Massimo Nicosia
Mentre noi lombardi vediamo in Salvini il bullo da bar che
ha fatto carriera e che parla di politica dando del tu ai politici, i toscani
vedono in Renzi il bullo toscano, di cui però non sappiamo nulla, e quindi
passiamo a parlar d’altro.
Appunto.
"Penso di Matteo Renzi tutto il bene possibile; un certo grado di arroganza personale non solo gli va perdonato, ma va accettato come propellente reale nel suo sforzo titanico nella direzione di un effettivo rinnovamento di questo Paese, fermo da troppi anni, ingessato da politiche immobiliste, non all'altezza della sfida dei nostri tempi.
Quando il dito indica la Luna, chi ha tempo da perdere, chi è privo di spirito costruttivo e prospettico, indica il dito per sottoporlo alla tipica critica del perdigiorno; al contrario, è della Luna che dobbiamo parlare, e occorre dire che, a parte alcuni sbandamenti di solito non imputabili a lui, ma a un contesto che trova tutte le scuse per mascherare la propria ostilità dietro a cavilli di ogni sorta, Matteo Renzi, in effetti, una Luna la stia indicando, ed è un futuro più solido, più ancorato a certezze di medio-lungo periodo, mentre fino a oggi siamo stati abituati a vivere alla giornata, data la chiara mancanza di visione, alla quale i nostri vecchi politici ci avevano abituato.
La verità è che Renzi ha in corso un poderoso sforzo di rinnovamento della struttura stessa del Paese, e non parlo certo solo delle pur necessarie, anzi, indispensabili, riforme istituzionali: intendo dire che la sua sensibilità verso i social networks non va presa superficialmente, come atteggiamento del giovane avvezzo alle nuove tecnologie, ma come autentica sensibilità personale nella direzione di ciò che rappresenta davvero la sfida del Paese, le sue opportunità reali e concrete, o almeno che devono essere rese tali. Si pensi alle sue iniziative nei confronti di Google, di Amazon, alla sua attenzione per i poli tecnologici da realizzare, e, ora, il suo concentrarsi e focalizzarsi sulla questione, di primaria importanza, della banda larga, che vede il nostro Paese ancora indietro rispetto alle nazioni più avanzate tra quelle post-industriali
Ecco, la consapevolezza di essere a cospetto di un Premier davvero del nostro tempo, immerso fino in fondo nel nostro pur difficile tempo, il cui essere giovane non è banale dato anagrafico, ma icastica espressione dell'immagine di un futuro in grado di proporre opportunità crescenti per il Paese, è ragione davvero tale da infondere effettiva fiducia, e non di facciata, in ciascuno di noi, in ciascun cittadino finalmente orgoglioso di potersi dire italiano. Il che davvero non è poco."
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