di Fabio Massimo Nicosia
Si può cogliere la presente occasione per introdurre
il discorso, che andrà affrontato ex professo in altra occasione, dell’essenza
della moneta in quanto vero e proprio istituto giuridico autonomo. Si noti,
infatti, che normalmente il tema monetario viene affrontato dagli economisti in
termini funzionali, ma fa difetto un’analisi giuridica in termini strutturali
e, per dir così, essenziali. Si pensi che persino la voce “Moneta”
dell’”Enciclopedia del Diritto” è scritta da un economista, il che mostra
l’abdicazione dei giuristi al proprio dovere imprescindibile, che è quello di
fornire l’inquadramento giuridico dei fenomeni, ponendo le fondamenta agli
studi delle altre discipline. Senza pretesa di dare parola definitiva,
riteniamo però per il momento di fornire i seguenti elementi, utili alla
ricostruzione normativa istituzionale del fenomeno:
a) L’unità
monetaria è anzitutto l’unità di misurazione del prezzo contrattuale, ossia di
un elemento essenziale del contratto, in quanto controprestazione, allorché
l’adempimento consista nell’”obbligazione avente per oggetto una somma di
denaro” (art. 1182, c. 3), ovvero di altro negozio giuridico che faccia
riferimento a una somma di denaro determinata o da determinarsi; si badi che,
quando gli economisti, parlano di “sistema dei prezzi”, “andamento della borsa”
e simili, sembra sfugga loro che stanno parlando di un elemento essenziale di
un contratto;
b) In
tali casi, la dazione della quantità di moneta prevista realizza quindi
l’adempimento dell’obbligazione;
c) La
moneta si fonda sulla fiducia riposta su di un retrostante, che consente di
conferire valore di mercato alla relativa unità;
d) Il
retrostante può essere di qualunque genere e specie, dall’oro alla Terra tutta,
all’insieme cioè del capitale naturale (groundstandard), a un bene qualsiasi quotizzabile, o
anche la semplice fiducia, dato che la moneta è anzitutto istituto fiduciario,
e può assumere qualunque forma, anche virtuale, si riveli in grado di esprimere
e trasmettere fiducia; in caso di moneta monopolistica, il retrostante è il
potere di supremazia dello Stato o dell’autorità emittente, quindi virtuale a
propria volta, come nel caso della fiat-money,
dato che i depositi a sostegno hanno valore più che altro simbolico e non
vincolante;
e) La
moneta è quindi titolo rappresentativo di questo retrostante, e, in linea di massima, nasce già assegnata nella direzione di un qualche destinatario, soprattutto nel caso della moneta monopolistica emessa dalle banche centrali, che discriminano nelle assegnazioni; se fondato su un
paniere di merci, è titolo rappresentativo di merci; in caso di moneta
monopolistica, esprime una quota di sovranità, e chi ne possiede ne è titolare;
f) Il
retrostante è un punto di riferimento per la determinazione del valore di
mercato della valuta in quanto mezzo di pagamento, ma, una volta costituita, si
autonomizza in quanto merce e diviene destinataria di oscillazioni di valore
autonome, che prescindono dal retrostante: vale per la moneta quello che vale
per i normali titoli di credito, ossia l’essere astratta rispetto alla causa;
del resto, l’autonomia del valore del titolo rispetto al valore dell’asset retrostante vale anche per le
azioni, tanto più in regime di robotizzazione delle quotazioni, quindi si
tratta di principio già noto;
g) Divenuta
merce in sé, con proprio valore di mercato indipendente dal costituire mezzo di
pagamento, la moneta consente il fenomeno del derivato meta-valutario,
divenendo essa stessa retrostante rispetto al derivato, il quale a propria
volta si autonomizza nel valore e diviene destinatario di quotazioni autonome,
seppur collegate al retrostante monetario, a propria volta autonomo rispetto al
retrostante che pure ne misura il valore, sulla base degli andamenti di
mercato;
h) Dalla
natura giuridica della moneta quale metro del prezzo negoziale a fondamento
fiduciario, deriva un’importante conseguenza con riferimento alla quantità di
moneta desiderabilmente circolante: non esistendo il numerus clausus, né dei negozi giuridici, che possano essere
stipulati, né della fiducia che possa da ciascuno manifestarsi, essendo
entrambi liberi, la moneta è a propria volta libera e può essere puramente e
semplicemente infinita; il livello dei prezzi verrà definito attraverso il tâtonnement, con una serie di tentativi
ed errori nella ricerca dell’equilibrio tra domanda e offerta, di modo che
ognuno griderà il proprio prezzo ad libitum
e, attraverso una serie di correzioni e arrotondamenti, si verrà a determinare
un sistema di prezzi credibili, assestandosi su quantificazioni numeriche
praticabili, elidendo via via gli eventuali “zero” di troppo, sul modello della
“lira pesante”; sulle modalità di funzionamento di un tâtonnement, cfr. Michio Morishima¸ La teoria economica di Walras – Una teoria pura del capitale e della
moneta, Napoli, Liguori Editore, 1983 (1977), 35 ss.
Ottimo, preciso.
RispondiEliminaOttimo articolo se si pensa la moneta come variabile neutra e misura del prezzo negoziale in una ogica di teoria del valore-utilità. Ovvero in un contesto non capitalistico.
RispondiEliminaCon l'avvento del capitalismo, la moneta cambia fisionomia e funzione. I. Diventa condizione dell'accumulazione di plus-valore grazie al suo essere moneta-credito e non più solo mezzo di scambio (senza indebitamento non c'è accumulazione). Quindi rapporto sociale di comando. II. Diventa "puro segno" ovvero perde qualsiasi retrostante di tipo naturale (oro o quant'altro). Infatti l'economia capitalista è tutto tranne che un'economia naturale. Il suo valore dipende così da un rapporto di potere.
Queste due condizioni definiscono le modalità dello sfruttamento.
Il retrostante della moneta, in presenza del monopolista che la emette, è la forza stessa del monopolista, che decide QUANTA moneta emettere, e A CHI ASSEGNARLA non appena emessa. Il capitalista è il soggetto in grado di accedere a questa emissione e assegnazione, da qui il suo potere, reso possibile dal monopolista dell'emissione e dell'assegnazione. L'alternativa è il libero conio, sottraendo il potere al monopolista dell'emissione e dell'assegnazione...
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