di Fabio Massimo Nicosia
Alla figura elaborata
da Joseph Schumpeter dell’imprenditore innovatore, attivatore di “distruzione
creatrice”, taluno contrappone la visione “austriaca” (come se Schumpeter non
fosse austriaco, benché ceco di nascita) di Israel Kirzner, dell’imprenditore
dotato di alertness, il quale colma i
vuoti di informazione, cogliendo nell’aspettativa del riannodo della rete
interrotta l’occasione per produrre l’utile, per sé e per gli altri.
A noi pare, al
contrario, che le due visioni si integrino perfettamente, e tanto più alla luce
delle esigenze dell’oggi. Capita infatti, che stante l’inefficienza assoluta
delle istituzioni vigenti, per poter esercitare la propria alertness e ricucire la rete interrotta dai difetti informativi,
occorra previamente distruggere quelle istituzioni, fonte sovrana di costi di
transazione, e quindi di informazione, elevatissimi: da qui la nozione di
imprenditore disruptive, il quale
crea nel momento stesso in cui distrugge; salvo che, a propria volta, il disruptive deve disporre delle
informazioni adeguate a procedere alla distruzione al contempo innovatrice;
sicché si insinua una circolarità: occorre distruggere per connettere in rete
le informazioni, ma occorre essere dotati di informazioni, per distruggere
creativamente le istituzioni peso-morto.
E allora non
resta che utilizzare le informazioni, di cui si dispone, per elaborare un
progetto d’innovazione preliminare disruptive,
in modo da creare immediatamente un quadro, nel quale poi le informazioni
possano fluire, sicché ognuno possa mettere alla prova la propria alertness, e creare nuovi momenti di
collegamento, colmando le inefficienze da difetto dello stesso. Insomma, come
avrebbe detto il pirla, un bel casino.
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