di Fabio Massimo Nicosia
Mentre Tocqueville descriveva l’open society U.S.A., la sua democrazia partecipata, il suo libero commercio e le sue solide istituzioni, Marx preconizzava l’imminente crollo del capitalismo, generalizzando arbitrariamente alcune osservazioni parziali, dedicando agli U.S.A. (che invece suscitavano l’entusiasmo di Bakunin) solo qualche sporadico cenno.
Com’è noto, il “Manifesto” comunista muoveva dall’affermazione che la storia sarebbe sempre “lotta di classe”. Ora, l’affermazione può essere o no valida, a seconda del concetto di “classe” che si accolga. Probabilmente, seguendo i principi dell’individualismo metodologico, occorrerebbe arrivare alla conclusione che le classi sono infinite, essendo infinite le pulsioni individuali e gli interessi, sicché “lotta di classe” non significherebbe altro che dinamica sociale, destinata a risolversi in un sistema di mercato, nel quale ognuno facesse valere quelle pulsioni e quegli interessi nei confronti degli altri.